COBAS sull’aggiornamento GPS: evitare gli errori che generano mostri!
Con il 31 agosto 2022 cessa la validità dell’O.M. 60/2020 che ha istituto le Graduatorie Provinciali per le Supplenze. L’Ordinanza ha suscitato da subito feroci polemiche perché ha peggiorato le norme sulle supplenze, comprimendo i diritti dei precari/e, ha modificato radicalmente le modalità di costituzione delle graduatorie e stravolto il sistema di valutazione dei titoli, privilegiando alcune modalità di formazione (dottorati) a danno di altre (master) “sponsorizzate” fino al 2020, non riconoscendo più né alcuni titoli, né molte esperienze di formazione e ricerca, professionali e artistiche che avrebbero potuto trovare un legittimo riconoscimento. Ad oggi il M.I. non ha emanato alcuna nota ufficiale che preveda il rinnovo delle GPS. Anzi, nel c.d. decreto Milleproroghe, si era pensato ad uno slittamento del rinnovo al 2023, al fine di formulare un nuovo regolamento sulle supplenze, con ciò impedendo qualsiasi nuovo inserimento per un altro anno. Ma, dopo varie interlocuzioni, il Ministero ha comunicato ufficiosamente che nella tarda primavera si procederà all’aggiornamento delle graduatorie ed ha annunciato il rinnovo delle procedure di nomina online delle supplenze annuali e sino al termine delle attività didattiche, già adottate ad agosto 2021 in palese contrasto con l’O.M. 60/2020, la quale prevede chiaramente le convocazioni in presenza (articolo 12, comma 3). Appena il Ministero ha annunciato tale volontà, i COBAS Scuola ne hanno fatto notare alcuni problemi insolubili:
- un sistema informatizzato non può gestire tutte le variabili per la determinazione degli incarichi, perché molti aspiranti sono inseriti in diverse graduatorie, con una posizione diversificata e un numero di posti disponibili molto eterogeneo;
- le nomine online generano errori, come era già successo per il piano nazionale di reclutamento deciso dal Governo Renzi nel 2015 e per i successivi trasferimenti interprovinciali;
- le rinunce alla nomina ricevuta, che in presenza sono immediate e lasciano il posto a coloro che occupano la posizione seguente in graduatoria, con le procedure online possono essere verificate solo a posteriori, dopo il conferimento di tutte le nomine, e, poiché non è possibile ripetere le operazioni, si procede ad una surroga, in cui il posto è reso disponibile non a coloro che seguono immediatamente in graduatoria, ma ai non coinvolti nelle assegnazioni perché collocati più in basso: con il risultato paradossale che i più in alto in graduatoria vengano esclusi a favore di chi occupa una posizione inferiore.
Purtroppo le nostre previsioni erano esatte; in tutte le province si sono avuti tali esiti paradossali e molti/e docenti non hanno ricevuto l’incarico nonostante la loro posizione utile in una graduatoria. Con le procedure online, le nomine sono diventate sottoposte al gioco del caso. Appena pubblicati i primi esiti delle operazioni a settembre 2021, abbiamo chiesto ai vari Uffici Scolastici Provinciali di rettificare le nomine. Qualcuno ha negato l’evidenza dei fatti, altri uffici hanno ammesso che non erano in grado di intervenire. E questa amara verità è emersa quando si è chiesto l’accesso agli atti relativi all’algoritmo che ha regolato la procedura: gli uffici hanno risposto che non ne avevano la minima idea. L’Ufficio Scolastico di Roma è tra quelli che hanno ammesso di non essere in grado di correggere le nomine. Di fronte all’inerzia dell’Amministrazione, i colleghi che avevano subito delle ingiustizie hanno dovuto adire il giudice. Risulta particolarmente interessante il ricorso di una collega romana che, per errori di sistema, era stata esclusa da un incarico annuale con possibile immissione in ruolo al superamento del periodo di prova e del successivo esame finale, e quindi con un danno notevole. La vertenza, da noi sostenuta, ha messo in luce gli errori del meccanismo infernale per le nomine online. Di fronte all’evidenza, a cui il Ministero non ha opposto difesa, il Giudice ha accolto il ricorso riconoscendo il diritto alla nomina, e condannando il Ministero alle spese processuali. Per di più, la procedura online viene presentata dal Ministero come la più efficiente e rapida rispetto alle nomine in presenza. Ma l’esperienza di quest’anno smentisce le aspettative sui successi della tecnologia: il fatto che si sia costretti a indicare preventivamente le sedi del possibile incarico induce molte persone a indicare anche sedi poco gradite che poi, all’atto della nomina, non vengono accettate. Ma se le rinunce vengono scoperte solo quando chi ha ricevuto la nomina non prende servizio, gli USP devono ripetere le operazioni, che così sembrano non aver mai termine. Quest’anno gli uffici sono stati costretti a fare le surroghe per decine di volte, tanto che in alcune provincie le code sono arrivate al 31 dicembre, termine massimo consentito dalle norme, e talvolta anche oltre: e varie classi hanno conosciuto i loro insegnanti solo a gennaio. Un sistema, dunque, altamente inefficiente e dispendioso, un disastro che però viene negato da una parte dell’Amministrazione.
Ci auguriamo quindi che per il prossimo rinnovo delle GPS, previsto per il biennio 2022/23 – 2023/24, il Ministero emani disposizioni che tengano conto dei disastri prodotti dalle nomine online e muti orientamento, accogliendo quanto indicato dalle parti sociali e sindacali che hanno la conoscenza diretta della scuola, e abbandonando l’autoritarismo adottato dagli ultimi governi. I COBAS, come sempre dalla parte dei lavoratori/trici, saranno disponibili nelle sedi territoriali per offrire consulenze, aiuti e tutela per le domande di iscrizione/aggiornamento delle GPS agli iscritti/e e a chi vorrà iscriversi.
Andrea Degiorgi e Beppe Niosi – Esecutivo Nazionale COBAS Scuola
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