Sull’Invalsi nel curriculum dellə studente
“ …quando ci si trasforma, solo pochi se ne accorgono”.
Cassandra, Christa Wolf
Il Decreto Legge 19 (Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 marzo 2024, prevede che gli esiti delle prove Invalsi facciano parte del curriculum dello studente, curriculum che, dal DL 62 del 13 aprile 2017, deve essere allegato al diploma.
Purtroppo quest’ultimo tassello era prevedibile sin dalla nascita, con la riforma Berlinguer del 1999, dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema d’Istruzione ed è per questo che, come Cobas, vi ci siamo sempre opposti.
Alla trasformazione della scuola-azienda, infatti, hanno concorso tutti i governi che si sono succeduti a prescindere dal colore politico mentre oggi, a completare la creazione della scuola neoliberista, interviene massicciamente il PNRR, del tutto estraneo alle reali necessità della comunità educante ma determinante per far accettare, attraverso enormi somme di denaro, il cambiamento.
Quali ricadute ?
Il triste destino di Cassandra, però, non ci impedisce di continuare a ricordare quali saranno le ricadute sul nostro lavoro, su* nostr* studenti e sulla nostra società:
- I/le docenti delle materie interessate dall’INVALSI saranno spinti ad allenare gli/le studenti ai test, visto che il risultato di quest’ultimi potrebbe influire – considerato l’inserimento nel curriculum – sulla loro vita futura.
- Dirigenti, genitori e studenti, per la medesima ragione, daranno sempre più importanza ai risultati dei test e, di conseguenza, subiremo sempre più pressioni affinché la nostra didattica sia finalizzata al raggiungimento di un risultato standardizzato e non alla formazione dell’individuo.
- L’introduzione dei risultati dei test all’interno del curriculum concorre alla considerazione de* maturand* come “capitale umano” e alla visione della scuola come mero ente certificatore, ignorando – oltre lo sviluppo della persona – le differenze sociali di partenza e le difficoltà strutturali che alcune zone d’Italia presentano.
- Il punto precedente consente alla politica, in piena ottica neoliberista, di deresponsabilizzare se stessa e di colpevolizzare invece i singoli individui dei propri insuccessi, ignorando ancora una volta l’art. 3 della Costituzione.
- Ne è una dimostrazione il fatto che l’INVALSI, grazie all’obiettivo del PNRR di “ridurre i divari”, dal 2022 schedi gli/le studenti apponendo il bollino di “fragile” a chi consegue pessimi risultati, bollino che annulla totalmente il soggetto e le sue complessità, così come previsto dalla tanto osannata “valutazione oggettiva”.
- In quest’ottica, presto o tardi, verrà sostenuta la piena inutilità dell’Esame di Stato e del valore legale del titolo di studio ed esso sarà sostituito dai risultati INVALSI utilizzati come certificati di competenze. A questo punto la Scuola sarà definitivamente risucchiata dal mercato, il quale venderà – a seconda di quanto ci si può permettere – pacchetti di competenze atti a cristallizzare la disuguaglianza di partenza.
Per tutte queste ragioni
abbiamo sottoscritto insieme ad altri sindacati e associazioni il reclamo al garante della privacy promosso da Roars per denunciare la schedatura non consensuale delle alunne e degli alunni valutat* come fragili sulla base di metodologie docimologiche automatizzate e non trasparenti. Sosteniamo quindi l’opposizione di famiglie, studenti e docenti alla conversione in legge di questa modifica della normativa introdotta per decreto, partecipando a tutte le iniziative che saranno proposte a tal fine, incluso lo sciopero di maggio contro le prove INVALSI alla scuola primaria.
Non rimaniamo indifferenti, non diciamo che tutto è inutile, non facciamoci vincere dall’impotenza: reagiamo.
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