Nuove Indicazioni: cosa rispondiamo al Ministro

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Nuove Indicazioni: cosa rispondiamo al Ministro

La bozza delle Nuove indicazioni nazionali per la scuola è stata recentemente resa pubblica. Le forti critiche sul contenuto del testo hanno spinto il Ministero ad inviare un questionario alle scuole che si è però rivelato talmente rigido e preformato da precludere l’argomentazione di qualsiasi posizione critica. 

Le domande a risposta multipla prevedono solo opzioni positive e lo spazio argomentativo, che inizialmente era addirittura di sole 250 battute spazi compresi, ora è – bontà loro – cresciuto a 2000 battute. 

Come Cobas scuola riteniamo queste Nuove Indicazioni irriformabili e ne chiediamo il ritiro.

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Dovessimo compilare le sintetiche 2000 battute di commento scriveremmo quello che segue: 

Prima di tutto queste Indicazioni, a partire dalle pagine dedicate alla storia, hanno un carattere fortemente etnocentrico che impedisce di cogliere la ricca rete di relazioni che sottostà agli eventi del passato e alla stessa conoscenza del presente.

L’idea che l’Italia rappresenti un “Occidente” che si sente superiore ad ogni “altra cultura” e che si ripieghi su se stessa in modo escludente ci pare deleteria. Siamo seriamente preoccupati della mancanza di apertura agli aspetti multiculturali presenti nella nostra scuola e all’idea di una costruzione interculturale del sapere. 

L’idea di personalizzazione non viene sviluppata per contrastare i limiti derivanti dalle differenze socioculturali ma quasi per accentuarli, proponendo percorsi precocemente separati come quello del latino.

Il tema della libertà viene svilito come mero rispetto delle regole. In merito all’educazione di genere troviamo un’idea di complementarità tra i generi che è semplificatoria e un paternalistico richiamo ad un’educazione “del cuore” e “dell’amore” che evidentemente non sono sufficienti a proseguire l’importante lavoro di riconoscimento e decostruzione degli stereotipi. 

Anche la visione della lingua viene legata all’identità nazionale cancellandone la ricchezza polifonica e la varietà linguistica cresciute proprio in questi anni. La grammatica prevale sull’approccio comunicativo e creativo della lingua invitando ad un apprendimento mnemonico e normativo.

Nell’insegnamento della storia l’uso delle fonti viene considerato “irrealistico” riducendo la storia a una serie di racconti in forma di favola e inficiando il fondamento della disciplina che insegna a “verificare” ogni narrazione.Il testo delle Nuove indicazioni è inoltre prolisso e al suo interno fortemente contraddittorio, sia nei contenuti che nello stile. 

Ovviamente queste poche battute non esauriscono l’analisi del testo che sta crescendo in questi giorni in molte sedi dell’associazionismo culturale e dell’Università. 

Da parte nostra invitiamo le e i docenti a scrivere le proprie critiche, sia individualmente che collettivamente, utilizzando anche gli organi collegiali e gli spazi sindacali, in modo che l’opposizione cresca dal basso animata da chi vive la scuola in prima persona. 

Da parte nostra cercheremo di dare la massima visibilità e circolazione ad ogni testo che ci verrà inviato su indicazioni nazionali scuola(cobasbol@gmail.com).

E a nostra volta contrasteremo queste Nuove indicazioni in ogni sede possibile. 


Articoli sul web

Una raccolta di comunicati, analisi e prese di posizione di varie realtà educative, associazioni, gruppi formali e informali di docenti sulle bozza delle nuove indicazioni nazionali per il primo ciclo di istruzione messa a punto dalla commissione di esperti incaricata dal ministero. Scriveteci a tempopieno@editorialedomani.it

  • Leggi anche qui NUOVE INDICAZIONI NAZIONALI: QUALE DIREZIONE? CESP Bologna

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