Incontro delle RSU Cobas
Presso la sede in via San Carlo, 42 – Bologna
Presso la sede in via San Carlo, 42 – Bologna
una rivista on line, “Quando suona la campanella”. Per farvi un'idea potete vederla a questo link:
https://www.quandosuonalacampanella.it/ con la maggior parte degli articoli nell'"Archivio".
La nostra piazza è gioia. Aderiamo e partecipiamo numerosə!
Sosteniamo la manifestazione organizzata per sabato 12 ottobre alle ore 15 a Roma dalle principali associazioni di precarie e precari della scuola. Di seguito il modulo per le adesioni predisposto dal Coordinamento Precariə Scuola di Bologna. https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSem4XoNTv-h8QfSaow2oAOo3JLyf6ERXAqRbzQRkvtUvSN6pw/viewform Partecipiamo numerosə Aggiornamenti Qui il video dell'intervento del coordinamento precariə scuola bologna https://www.facebook.com/coordinamentoprecariscuolabologna/videos/2577946359260417 Alcune foto
Domenica 13 ottobre h. 15 Piazza VIII agosto A fianco del popolo palestinese che resiste al regime di colonialismo, occupazione e apartheid. Mentre i governi occidentali esprimono indignazione in maniera ipocrita, continuando però ad armare Israele, da più di un anno va avanti il massacro della popolazione palestinese che ha causato ormai più di 42 mila morti, 100 mila feriti e milioni di profughi. Israele, con il sostegno occidentale, continua ad estendere la sua azione criminale in tutta la regione, come dimostra il recente attacco in Libano e in altri paesi vicini che ha già causato migliaia di morti e feriti tra la popolazione civile e che rischia di scatenare un conflitto allargato in tutto il Medio Oriente. Il genocidio in corso si inserisce all'interno del progetto sionista di colonialismo di insediamento basato sulla pulizia etnica e su un regime di oppressione sistematica del popolo palestinese che va avanti da oltre 76 anni. Questo regime coloniale deve essere smantellato, come richiesto dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e dalla Corte Internazionale di giustizia. Nel frattempo, in Italia si vietano cortei e incontri in università per la Palestina, criminalizzando chi rifiuta genocidio e guerra e chiudendo ogni spazio di confronto e discussione. E' necessario È necessario rompere il muro del silenzio, della disinformazione e dell'indifferenza e rilanciare con ancora più forza e determinazione iniziative per chiedere il cessate il fuoco, lo stop al genocidio e la fine del regime israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid. È necessario continuare a scendere in piazza a sostegno del popolo palestinese, del popolo libanese e di tutt3 coloro che resistono contro il progetto coloniale sionista. È necessario continuare la mobilitazione per colpire le complicità di governo, aziende, istituzioni e università che garantiscono il sostegno ai crimini di Israele e la sua impunità: sono necessarie azioni di boicottaggio e disinvestimento e la richiesta di sanzioni internazionali contro Israele, incluso un embargo militare con lo stop alle forniture di armamenti a Israele e la fine di ogni forma di cooperazione nel settore militare e della sicurezza. Come Coordinamento Bologna per la Palestina, che unisce più di quaranta realtà cittadine, scendiamo in piazza il 13 ottobre per una PALESTINA LIBERA!
MODIFICARE PROFONDAMENTE IL MODELLO PRODUTTIVO E SOCIALE PER UNA SVOLTA RADICALE NELLE POLITICHE AMBIENTALI - 26 ottobre piovono proteste alle 14.30 in piazza dell'Unità In tutto il Paese e in Emilia Romagna veniamo da anni di politiche ambientali sbagliate e inefficaci per contrastare il cambiamento climatico, affermare nei fatti la vera e necessaria transizione ecologica, fermare il dissesto idrogeologico e il consumo di suolo, attuare politiche per tutelare e preservare i beni comuni. I fenomeni alluvionali di questo settembre e del maggio 2023, in particolare in Romagna e in Appennino, indicano con chiarezza che siamo di fronte ad una crisi climatica, che è il prodotto, in primo luogo, di un modello produttivo e sociale che ha scelto la crescita economica quantitativa a discapito dell’ambiente e della salute delle popolazioni. Nello stesso tempo la progressione della crisi climatica si sta facendo sempre più forte: il carattere irregolare delle precipitazioni con la crescita dei fenomeni estremi, l’aumento della temperatura dell’aria e dell’acqua sta impattando in termini fortemente negativi sull’agricoltura, sulle disponibilità idriche, sull’equilibrio degli ecosistemi e la salute della popolazione. Assistiamo da anni a un asservimento della politica a interessi economici e privati che hanno prodotto gli attuali squilibri sociali, economici, ambientali; squilibri che stanno minando le basi stesse della democrazia come testimoniato dalla sempre più ridotta partecipazione delle persone alla politica, politica che si è resa sempre più autoreferenziale. Nella nostra regione abbiamo visto mettere in campo scelte in netto contrasto con la necessità di uscire dall’economia del fossile come il rigassificatore di Ravenna, il CCS (sempre a Ravenna), il gasdotto Sestino – Minerbio e tutte le altre opere di potenziamento del sistema estrattivo), continuare a puntare sulla logistica e sul modello della mobilità privata basata sull’automobile, sulle grandi opere stradali e autostradali in tema di mobilità (dal Passante di Mezzo a Bologna alla bretella Campogalliano – Sassuolo, dalla Cispadana alla Tibre) a fronte di investimenti nulli o irrisori sui trasporti su rotaia, proseguire nel consumo di suolo, continuare la devastazione del patrimonio arboreo e boschivo, lo sfruttamento ed emarginazione della montagna e delle aree interne, ignorare l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, favorire politiche di privatizzazione dei beni comuni, a partire dall’acqua, dal ciclo dei rifiuti e dalle bellezze naturali. Se poi allarghiamo ancor più lo sguardo, vediamo che il ricorso alla guerra in vaste aree del mondo come mezzo per regolare i conflitti internazionali – al quale ci opponiamo a partire da quanto scritto nella Carta Costituzionale- spinge ancor più ad una regressione del modello economico dominante, rilanciando l’industria delle armi e quella basata sulle fonti fossili, con tutto quello che consegue nel mettere da parte l’idea di una convivenza pacifica tra i popoli e la possibilità della conversione ecologica. È sempre più evidente che occorre promuovere una svolta radicale nelle scelte politiche della Regione, a partire da quelle ambientali e della mobilità, da quelle sull’acqua e sulla gestione del territorio. E non solo, visto lo stretto intreccio che queste hanno con un modello produttivo e sociale, incentrato sul primato del mercato, la svalutazione del lavoro, la progressiva privatizzazione del Welfare. La legislatura regionale che sta alle nostre spalle, e, in specifico, la Giunta regionale che l’ha guidata, ha sostanzialmente aderito e promosso la logica di questo modello, ben evidenziata dal Patto per il lavoro e il clima. Occorre una radicale discontinuità con esso e con l’insieme delle politiche ambientali. D’altro canto le impostazioni negazioniste, portate avanti in primo luogo dalla destra, propongono sia scelte ambientali che di modello sociale ancora peggiori. Esse mostrano l’intenzione di rendere ancora più marginali, se non addirittura da annullare, tutte le politiche che guardano alla transizione ecologica, al contrasto al cambiamento climatico, alla salvaguardia della biodiversità, ad una diversa gestione delle aree interne e di quelle montane, alla costruzione di reali processi partecipativi, a ridisegnare un futuro sostenibile, al ridimensionamento dei poteri forti che continuano a perpetuare l’attuale insostenibile modello di sviluppo. PER UNA SVOLTA RADICALE NELLE POLITICHE AMBIENTALI - 26 ottobre piovono proteste alle 14.30 in piazza dell'Unità A fronte di questa situazione, la scelta prioritaria, per noi, è naturalmente quella di costruire e rafforzare la mobilitazione sociale per affermare la prospettiva di un modello produttivo, sociale e ambientale alternativo a quello oggi dominante. Per questo, chiediamo con forza a chi guiderà la prossima legislatura regionale i seguenti obiettivi prioritari: Tutto ciò richiede anche nuovi metodi di costruzione delle proposte, che non possono più essere calate dall’alto, ma vanno costruite attraverso l’ascolto ed il coinvolgimento consapevole di tutti i soggetti sociali dei territori perché senza questi non è possibile praticare una nuova visione strategica Su queste basi, invitiamo tutte le realtà ambientaliste e sociali della regione a incontrarsi e confrontarsi, valorizzando tutti i possibili processi di convergenza, con l’intenzione di promuovere una grande manifestazione regionale per il 26 ottobre a Bologna, nella quale far vivere le nostre richieste e dare voce alla necessità di una svolta nelle politiche ambientali e sociali nella nostra regione. PROMOTORI:Comitato Besta BOComitato contro ogni autonomia differenziata ERConfederazione Cobas BO Legambiente ERParents for Future BORete Emergenza Climatica e Ambientale ERUn altro Appennino è possibileUSI CIT BO, MO, PR e RE RITROVO 26 ottobre piovono proteste Piazza dell’Unità ORE 14:30 ARRIVO in Piazza Nettuno PER ADERIRE SCRIVERE A: recaemiliaromagna@gmail.com (si ringraziano per le foto le Brigate di Solidarietà Attiva) PER UNA SVOLTA RADICALE NELLE POLITICHE AMBIENTALI - 26 ottobre piovono proteste alle 14.30 in piazza dell'Unità Intervista ad Alessandro Palmi Verso il 26 ottobre
Cobas Scuola invitano a scioperare tutto il persoanle delle scuole dell'Emilia Romagna per la giornata del 31 ottobre. Qui l'articolo Lo sciopero è indetto: Cobas Scuola Emilia Romagna